Il Chemotipo, questo sconosciuto…

Con il termine chemotipo (detto anche razza botanica, alcuni lo indicano anche come chemiotipo) si intende una popolazione di piante o microorganismi che, pur appartenendo alla stessa specie, si differenzia da tutti gli altri membri della specie per la composizione chimica dei metaboliti secondari.

Il concetto di chemotipo riveste particolare interesse nell’ambito dell’aromaterapia, poiché differenti chemotipi possono avere qualità terapeutiche molto differenti.

L’appartenenza di una pianta ad un chemotipo piuttosto che ad un altro in certi casi può fare la differenza tra un olio essenziale benefico e uno tossico.

Thymus Vulgaris

L’esempio tipico è quello del Timo (Thymus Vulgaris) che ha 7 chemiotipi principali (ognuno dei quali contiene differenti sostanze presenti in ogni pianta con una concentrazione che oscilla dal 30% al 90%) che prendono il nome dalla sostanza dominante: Cineolo, Geraniolo, Linalolo, Terpinolo, Tujanolo, Timolo (chiamato Timo Rosso), Carvacrolo (Timo Nero). 
I primi 5 sono 2 “Timo Dolce” (o Timo Giallo), gli ultimi 2 “Timo Forte”.

Per fare un confronto, Il  Timo Tujanolo ha proprietà anti-infettive e un’azione stimolante e rigenerativa delle cellule epatiche (sicuro da usare e non ha effetti collaterali) mentre il   Il timo a base timolo è molto efficace per le malattie infettive acute ma è leggermente caustico (quindi non deve mai essere usato puro direttamente sulla pelle***) è epatotossico (causa danni al fegato) se assunto per molto tempo o in alte dosi, ed è abortivo.
In caso di assunzione interna il Timo a base Timolo deve essere usato per brevi periodi ed in dosi minime.

Il Timo a base Cineolo è invece completamente atossico.

Due diversi chemiotipi dello stesso olio essenziale presentano quindi non solo attività differenti, ma anche indici di tossicità molto variabili.

Diverse altre piante come il Rosmarino, la Maggiorana e l’ Eucalipto contengono vari chemiotipi.

Dal Rosmarinus Officinalis, per fare un altro esempio, si possono ottenere 3 oli diversi, a seconda del chemotipo:
1. olio a 1,8-cineolo (eucaliptolo) che ha proprietà anticatarrali ed espettoranti
2. olio a champre (borneone) con proprietà antifiammatorie, utile per crampi e dolori muscolo -scheletrici
3. olio a verbenone con proprietà cicatrizzanti, lipolitiche ed epatodrenanti
E’ chiaro che se sulla boccetta dell’olio c’è scritto solo “rosmarinus officinalis” non è possibile stabilirne la funzione esatta

pianta di maggiorana
Maggiorana

I componenti aromatici di una pianta non sono immutabili, una stessa pianta, crescendo in luoghi diversi, può produrre essenze molto diverse in funzione a diversi elementi come ad esempio il clima, la composizione del suolo, l’esposizione al sole, l’altitudine, il periodo di raccolta, ecc. che costituiscono il biotipo della pianta. Differenti biotipi producono variazioni anche notevoli dal punto di vista biochimico nell’olio essenziale prodotto da una stessa varietà botanica. Tali variazioni determinano il chemotipo ossia la singola molecola che è maggiormente presente.

Quindi quando si parla di olio essenziale di timo o di rosmarino (e altri) non sarà sufficiente indicare il nome botanico della specie vegetale, ma si dovrà anche indicare quale chemotipo esso rappresenti e quindi i marker che lo caratterizzano.

E’ quindi importante che per ogni olio, oltre al nome italiano, venga indicato il nome latino, che costituisce il linguaggio scientifico universale.

*** questo tipo di precauzione va presa con tutti gli oli che contengono Fenolo in particolare Santoreggia, Maggiorana Selvatica, Chiodi di Garofano, Cannella, Noce moscata, Rosmarino

Autore

iubenda Certified
Bronze Partner
Traduci »