Immaginazione e Creatività in natura

E’ estremamente emozionante vedere come le piante hanno sostituito alla libertà di movimento la capacità di immaginazione e la creatività.

Uno dei grandi misteri che ossessionava Darwin è che l’intera architettura del regno animale si è sviluppata strutturalmente in un colpo solo, in meno di cento milioni di anni, con l’emergere dei vertebrati. Non è apparsa nessuna nuova ramificazione nell’arco degli ultimi cinquecento milioni di anni, mentre nello stesso periodo le piante sono state costantemente inventive. E’ forse a causa della loro immobilità che, esponendole ai pericoli della predazione, le costringe ad innovarsi continuamente per poter sopravvivere, in particolare attraverso una serie di alleanze più o meno subdole con il mondo animale.

Ce ne sono alcune che sono veramente simpatiche e creative:

la Socratea Exorrhiza (la palma della Ande) ha sviluppato la capacità di muoversi da sola. Quando il suo ambiente diventa inadatto, quando gli altri alberi o le costruzioni umane le nascondono il sole, si muove, formando nuove radici che la spostano verso un’esposizione migliore e lasciando contemporaneamente morire all’ombra le vecchie radici.
Furba eh?

la Cuscuta, una pianta parassita che si sposta avvolgendosi attorno ad altre specie selezionando quelle che, in base alle loro qualità nutrizionali, serviranno come pasto a lungo termine o come supporto temporaneo.
Una vera e propria pianta cacciatrice!


In generale però le piante hanno scelto di rimanere “sedentarie”, sfruttando vari trasportatori di polline e semi (insetti, uccelli, …) e diversi canali di informazione (composti organici volatili, radici, filamenti di funghi impiegati come reti sociali, …).
Le piante sono fantastiche, incapaci di fuggire od inseguire una preda, privilegiano la comunicazione a distanza ed il potere di attrazione. Ne deriva la necessità, per loro, di sviluppare vari tipi di linguaggio, al fine di adattarsi all’interlocutore desiderato.
Ed ecco che qui scatta il potere di immaginazione delle piante!
Quando un’orchidea riproduce perfettamente l’aspetto di una femmina di vespa per attirarne il maschio e rendere possibile l’impollinazione, quando una pianta di mais sviluppa l’odore sessuale di un insetto per richiamare il predatore del bruco che si sta cibando delle sue foglie, come si fa a spiegare questa sorprendente capacità di prevedere gli effetti di questi stratagemmi? 
E’ un processo complesso, che coinvolge osservazione, intuizione e anche una certa psicologia.
Insomma…. È bellissimo!
Può sembrare incredibile ma la pianta sembra avere la capacità di concepire un’azione futura in base alla percezione del presente, sulla base degli insegnamenti della memoria, che hanno generato emozioni.
Lei è in grado di modificare la propria struttura, la propria composizione chimica o il proprio aspetto per difendersi, attaccare o sedurre.
Tutto ciò trasmettendo messaggi ai suoi organi, alle piante vicine, agli animali, a noi con un meccanismo che è simile a quello del nostro sistema nervoso1.
Ha una sorprendente capacità di reazione causata dalla consapevolezza di un’aggressione e dalla necessità di contrastarla ma anche di avvisare gli organismi simili, in un’ottica di collaborazione che molto spesso a noi umani manca.
La pianta ha una sorta di capacità telepatica che le permette di avvisare di un pericolo le piante vicino a lei, entro certi limiti che a volte sono anche molto estesi.
Ci piace sempre raccontare la storia della zucca e della coccinella, che ha fatto ammattire i botanici e gli zoologi per molto tempo:


Nel Centro e Sud America il predatore più temibile per la zucca è la coccinella Epilachna undecimnotata, un insetto fitofago con delle apparentemente strane abitudini alimentari, un rituale di incredibile complessità attuato sia dagli adulti che dalle larve.


Questo coleottero, che solitamente vive dove si nutre, inizia la sua giornata praticando una scanalatura circolare nelle foglie di zucca, in modo che restino collegate al fusto solo in due o tre punti. A questo punto l’insetto attende 10 minuti prima di iniziare un pasto che durerà due ore. La mattina dopo ricomincia a cibarsi della zucca, ma a 6 metri di distanza.
Gli zoologi non capivano il motivo e sono stati i botanici a svelare la chiave dell’enigma…
Per proteggersi dall’insaziabile appetito del suo consumatore, la zucca attaccata si difende   rendendo tossiche le proprie foglie, con un incremento significativo di tannini. La coccinella morirà avvelenata 10 minuti dopo l’inizio del suo pasto, a meno che non blocchi il flusso di informazioni che avviene tramite la linfa. Questo è il motivo per cui si premura, innanzitutto, di isolare la parte di foglia che intende mangiare. La frastagliatura e la seghettatura che crea attorno allo stelo sono quindi un astuto sistema di disturbo (una procedura di disconnessione che necessita di 10 minuti prima di diventare operativa). Dopo di che la pianta, vittima di una sorta di anestesia locale, non sente più che qualcuno le sta mangiando la foglia.
Ad un certo punto però l’informazione dell’anestesia locale e della distruzione della foglia viene recepita e la pianta reagisce con due mezzi: l’avvelenamento di tutte le sue foglie e l’invio di un messaggio di avvertimento alle vicine (loro sì che conoscono le regole del buon vicinato!), che si rendono subito ugualmente tossiche. Un messaggio chimico gassoso recepito fino ad una distanza massima di (guarda caso) … sei metri!

Quindi la “telepatia” vegetale è stata scoperta da un insetto fitofago capace di analizzare, anticipare, calcolare e neutralizzare la controffensiva dell’avversario.
Un’interconnessione sottile come quella che lega due giocatori di scacchi…

Ma oltre alle capacità telepatiche le piante hanno anche una anticipazione creativa che fa riflettere.


E’ strabiliante il caso di un ‘orchidea australiana, la Ophrys apifera (che abbiamo già citato prima) che, non avendo attrattive particolari, imita al centro del proprio fiore l’aspetto della femmina della vespa, con un’incredibile precisione sulla forma e le proporzioni. La cosa incredibile è che quest’orchidea prepara questa somiglianza ancora prima di uscire dalla terra. Non si sa se questo arriva da una memoria innata, da un ricordo acquisito, da osservazioni o chissà cos’altro… certo è che è veramente sorprendente. 


Come scrive l’antropologo Jeremy Narby “le piante possono acquisire informazioni e poi rispondervi con tutto il loro corpo. Le loro cellule comunicano tra loro tramite segnali molecolari ed elettrici, alcuni dei quali sembrano sorprendentemente simili a quelli usati dai nostri neuroni”.  
Vediamo all’opera le meraviglie che le piante da fiore sono state in grado di escogitare, in 140 milioni di anni, per assicurarsi una discendenza, impiegando tecniche di seduzione che sfruttano insetti utili al loro scopo.
E’ facile immaginare come la comparsa dell’uomo sulla terra, circa 135 milioni di anni dopo, abbia attirato la loro attenzione. Questo bipede non era interessato a loro solo per cibarsene. Fin dai primi passi della sua evoluzione, è stato letteralmente ammaliato dai loro profumi, dai loro aromi e colori, dalla loro bellezza ma… forse era proprio questo il loro obiettivo!
Secondo Stefano Mancuso2 non possiamo escludere che le piante abbiano attratto di proposito l’interesse del genere umano con tutte le loro abilità manipolative, creando fiori, frutti, profumi, sapori, aromi e colori a noi gradevoli.
Forse lo hanno fatto al solo scopo di compiacerci, in cambio noi le abbiamo diffuse in tutto il mondo, prendendoci cura di loro e difendendole.
Occorre sempre ricordare che in natura nessuno fa nulla per nulla e che sul pianeta siamo, almeno per certe specie di piante, il miglior alleato possibile.
Ma come potrebbero comportarsi le piante quando si accorgono che il loro migliore alleato sta diventando un nemico?
Attenzione, non starebbero certo lì a guardare, hanno una loro intelligenza, sanno comunicare e anche difendersi… ma sanno anche donare tanto amore e riconoscenza.

zainetto

Leggi la storia di Josè Garcia, l’agricoltore messicano che……

nel frattempo noi mettiamo nello zaino l’ Immaginazione, che serve sempre e dappertutto.. 😉

Guarda il percorso della Bellezza e seguilo tutto, ti piacerà…


  1. Rivista Science 14 settembre 2018 ↩︎
  2. Stefano Mancuso (Catanzaro, 9 maggio 1965) – un nostro fantastico coetaneo, di quelli che danno lustro all’annata! Eccellente botanico, è il maggiore accademico e saggista italiano, professore universitario di etologia vegetale e arboricoltura generale, fondatore direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (destinato agli studi sul comportamento delle piante) e autore di diverse pubblicazioni. ↩︎

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